Il Canale della Vittoria nasce un secolo fa, ma le sue origini risalgono al XIV° sec. e più precisamente il 26 giugno 1395 quando i fratelli Francesco, Angelo e Lorenzo Petribon di Nervesa chiedono e ottengono dal Podestà di Treviso di derivare, in località Sasso del Corvo a nord di Nervesa, una roggia (piccolo canale) sulla quale propongono di costruire un mulino ed una segheria.
Il primo vero progetto effettivo del nuovo canale, è del 1447, da parte del Nobile Trevigiano Michele da Villorba che ottiene l’allargamento e il prolungamento della roggia verso sud fino a confluire nel Limbraga, affluente del Sile a nord di Treviso. I lavori inizieranno sei anni dopo nel 1453, ma già nel 1465 il Podestà Morosini propone che nei pressi di Nervesa si derivi un canale navigabile che conduca fino a Treviso, necessario per il trasporto delle merci. Il nuovo corso da Nervesa proseguirà per Visnadello, poi verso sud per Fontane per finire nel Botteniga, affluente risorgivo del Sile. Questo ramo prenderà stabilmente il nome di Piavesella.
Nel corso del XVI° sec. la Piavesella conferma la sua vocazione, molti sono i permessi rilasciati per il trasporto via canale e le merci trasportate sono costituite principalmente da carichi di legna da ardere diretti nel capoluogo, mentre i roveri del Montello prendono la via del Piave per l’Arsenale di Venezia. Le strutture idrauliche aumentano fino ad arrivare ad undici (diventeranno quattordici nel 1685), tre sono a Nervesa: Mulino Rotti di Iseppo Monaro, Mulino Nadalin di Rossi e il Mulino dei frati della Certosa. Da segnalare per l’uso irriguo, l’esistenza di solo due piccole derivazioni, quella detta la “Brentella di Arcade”, che attraversava per l’appunto Arcade e finisce la sua corsa nelle campagne di Villorba, ed un altro fosso destinato alle ville di Spresiano, Lovadina e Lancenigo, che è quel che resta della roggia iniziale del 1453, in parte già interrata.
Bisogna giungere fino al 1886, per cominciare a risolvere il problema dell’adacquamento delle campagne trevigiane, che per loro natura, specialmente nella parte nord della provincia, sono ghiaiose e quindi sostanzialmente aride. Ad opera di alcuni personaggi dell’epoca (lo scrittore Antonio Caccianiga, l’agronomo Giuseppe Benzi e l’ing. Daniele Monterumici) viene ideata e proposta una derivazione a Ponte della Priula per l’irrigazione del territorio, ma il progetto già nel suo nascere viene boicottato dai proprietari agricoli e non va a buon fine, ma il primo seme e piantato.
Trent’anni dopo, nel 1917, l’avv. Gino Caccianiga presidente della Cassa di Risparmio della MarcaTrevigiana, in compagnia dell’ing. Luigi Monterumici (nipote di Daniele) e dell’ing. Valcaregni creano il primo nucleo di quello che sarà il Consorzio Canale della Vittoria. A guerra terminata viene redatto il progetto ed approvato dal Ministero il 15 agosto 1921 e sempre nello stesso anno viene costituito legalmente il Consorzio Destra Piave. I lavori iniziano l’anno successivo e condotti con “celerità fascista”, come scrivono i libri dell’epoca, vengono conclusi l’8 novembre 1925, ed è tra il tripudio di bandiere che Sua Maestà il Re d’Italia, premendo un pulsante elettrico, per la prima volta, faceva alzare le paratoie dell’edificio di presa, permettendo lo scorrimento dell’acqua verso le campagne.
La nuova rete è cosi articolata: la nuova opera di derivazione viene spostata a Nervesa, da cui parte il Canale della Vittoria, della portata di 25 mc. al minuto, dopo un breve percorso di circa 700 metri, viene ripartito in tre canali: Ponente, Piavesella e Priula. Il canale di Ponente, il più occidentale, lungo circa 18 km. e con una portata di 8 mc., provvede ad irrigare i Comuni di Povegliano, Ponzano, Trevignano, Paese e Istrana, in pratica va a portare acqua là dove la Brentella di Pederobba non aveva mai potuta portare in modo stabile. La Piavesella, canale di centro, viene allargata ma rimane presso che immutata, lunga 20 km. e con una portata di 7.25 mc., passa per i comuni di Arcade, Spresiano, Villorba per finire nel Botteniga, rimanendo sempre a carattere prettamente commerciale. Il Priula corre per 17 km. quasi parallelo al Piave, irrigando Spresiano, Maserada, Carbonera, Breda, Silea con una portata di 9.75 mc., su quest’ultimo in località Ponte della Priula e Calessani, sono stati ricavati due salti per la produzione di energia elettrica per un complessivo di 2800 Kw (dati del 1927). Dai canali principali si diparte una rete di canali secondari e canalette per complessivi 1500 km. per un totale di superficie irrigata di 30.000 ettari, il costo dell’opera fù di 55 milioni di lire.
Negli anni l’opera ha dimostrato tutta la sua validità e nel 1954 durante la sua prima ristrutturazione viene dotata di uno sbarramento o diga in cemento armato.
Ad oggi (2016) la centrale è in piena ristrutturazione, la richiesta continua di energia elettrica fa si che vengano sfruttati anche i salti minori, nel nostro caso sfruttando il sistema a sifone verrà istallata una turbina (con l’opzione di una seconda) da 900 kw, lo sbarramento fisso verrà fatto avanzare di un centinaio di metri sopra il quale sarà costruita una strada pedo-ciclabile che permetterà la visione completa dell’opera.
Corrado Callegaro